Ancora una volta è alla ribalta, purtroppo, il tema della dipendenza dalle droghe: se ne parla
mercoledì 8 febbraio presso l’Itset Capitolo di Tursi in un incontro aperto a tutti gli studenti.
Dire no alle sostanze stupefacenti può sembrare un’affermazione scontata, ma assume dei contorni
drammatici e significativi quando si viene a conoscenza della storia di Emanuele Ghidini, che a soli
16 anni si è tolto la vita rinunciando ad essa ed a tutte le sue opportunità straordinarie.
Chiarisce la prof.ssa Grazia Vitelli che ha promosso l’iniziativa -No alla droga e sì alla vita, questo
è il motto che anima la Fondazione PesciolinoRosso, nata dopo la morte di Emanuele, il ragazzo
che la notte del 24 novembre 2013 si è gettato nel fiume a Garvado, nei pressi di Salò nel
bresciano, dopo una festa durante la quale alcuni amici maggiorenni lo convinsero a provare
sostanze stupefacenti-.
Da questo immenso dolore nasce la fondazione a suo nome; il papà Gianpietro animato da grande
coraggio e determinazione sta dedicando la propria vita a divulgare questo messaggio presso i
giovani aiutandoli a prendere coscienza della pericolosità delle sostanze stupefacenti.
La vicenda di Emanuele funge anche da stimolo per entrare più da vicino nelle dinamiche del
rapporto genitore-figlio trattate nel libro “Lasciami volare”: in esso si esamina proprio il rapporto
adolescente-adulto in ambito familiare e l’ importanza delle figure parentali nel dare solidità
affettiva al giovane mettendolo al riparo dal consumo di droghe.
La Fondazione prende il nome da una toccante coincidenza nella breve vita di Emanuele; questi a 6
anni accortosi che uno dei suoi pesciolini rossi stava morendo, con il papà decise di liberarlo nel
fiume vicino casa per dargli una nuova opportunità di vita, ma qui un’anatra lo divorò. Trascorsi 10
anni, nello stesso luogo scomparve tragicamente Emanuele.
Oggigiorno, le cronache sono piene di vicende strazianti come questa, di giovani vittime
prematuramente scomparse, alla ricerca di una identità perduta che si illudono di trovare in quello
che li conduce all’annientamento .
-Sono testimonianze forti come questa – commenta il Dirigente Angelo Castronuovo – che
costituiscono un monito per i nostri giovani a non percorrere lo stesso cammino di autodistruzione.